SUINO NERO SICILIANO

Sin dall’antichità il cinghiale è stato selezionato e diversificato con la creazione di razze meno selvatiche e più facili da addomesticare e allevare per la produzione di carni. Da sempre, in Sicilia, sebbene con la parentesi araba, il consumo di carni suine sia fresche che conservate è stato motivo tradizionale per l’allevamento. Quasi sempre l’allevamento del maiale aveva due diverse tipologie: da un lato quella del maiale “di casa”, uno o più esemplari allevati in prossimità dell’abitazione di chi si occupava di agricoltura e cibati con tutti gli scarti della produzione e della cucina, dall’altro l’allevamento brado o semibrado di mandrie all’interno di arre boscate a querce o faggio con l’intervento umano legato solamente al momento della cattura per la macellazione. Intorno al 1897 in seguito ai forti disboscamenti che limitavano le risorse boscate disponibili per allevamento suino brado, in Sicilia si rilevava la sola sopravvivenza della così detta razza Calascibetta sulla quale avrebbe agito per incrocio sia il cinghiale che l’antica razza Napoletana. Dal XIX a tutto il XX secolo la tendenza fu quella dell’allevamento non più brado e con esemplari chiari e incrociati con razze continentali molto meno rustiche. Successivamente, anche per l’intervento di misure di sostegno alla biodiversità ed alle autoctonicità, l’allevamento di esemplari più vicini all’antica varietà si è sviluppato. Oggi si può parlare della presenza di due diverse varietà caratterizzate da manto scuro e setole più o meno lunghe, rusticità, abitudine all’allevamento brado. Esse sono il Suino Nero dei Nebrodi ed il Nero delle Madonie o Nero Siciliano. Il mantello preferito è il nero zaino ma sono presenti anche soggetti faccioli, cinghiati o bianchi non mancano tra i soggetti puri animali fasciati con una cintatura simile a quella della Cinta Senese attuale. A volte presenza di tettole. Il suino nero è precoce e longevo, è caratterizzato da buona fertilità e vivinatalità con molti suinetti portati allo svezzamento. Resistente alle malattie, capace di valorizzare alimenti anche poveri e molto resistente alle avversità climatiche. Le sue carni sono utilizzate sia allo stato fresco che insaccate, ottenendo prodotti di alta qualità. La taglia è medio-piccola con scrofe di 130 kg e verri di 150 kg. L’altezza al garrese del verro adulto è mediamente 60-65 cm. Il muso è allungato come nel cinghiale e gli arti più lunghi delle varietà domestiche, Queste caratteristiche lo rendono un buon pascolatore e camminatore. Gli zoccoli duri gli permettono di muoversi agilmente su qualsiasi terreno. L’aspetto selvatico è sottolineato da una criniera che viene sollevata in caso di agitazione. Alcuni studiosi indicano anche la presenza di una varietà definita come Suino di razza Trapanese.

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Michele Di Franco

Michele Di Franco

Presidente dell'ASSP
del Comune di Nicosia

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