Forma Biologica: P scap – Fanerofite arboree. Piante legnose con portamento arboreo.
Descrizione: Ha portamento arboreo con chioma piramidale in gioventù che diviene irregolare espansa con l’età, di colore generale verde scuro, le gemme sono ovoidali, appuntite e resinose, gli aghi hanno guaina persistente e si trovano in fascetti da due. La pigna (strobilo) è piccolo. Raggiunge persino 40 – 50 m; il diametro può raggiungere e superare il metro, il tronco è particolarmente dritto. Ha corteccia giovane di colore bruno grigiastro scagliosa ma con gli anni il ritidoma si suddivide in larghe placche con i solchi di colore scuro. I semi sono molto grandi cuneiformi, con ala lunga diverse volte il seme; la fertilità è di solito alta. Il legno è molto resinoso di tessitura media con fibre dritte; ha anelli ben evidenti e tra legno primaverile e legno tardivo vi è una netta distinzione a volte ci possono essere dei falsi anelli. Generalmente è un legno con buone proprietà meccaniche ma non di grande durata se non trattato, viene usato per carpenteria grezza, un tempo veniva usato nelle miniere, ora anche come produzione di pasta per cellulosa. L’apparato radicale nella pianta adulta è ampio e particolarmente robusto ha un fittone molto sviluppato ma anche grosse radici laterali che si dividono in altre, anch’esse robuste e molto allungate così possono esplorare grandi quantità di terreno anche all’interno di cavità, fessure nelle rocce, rendendo anche molto ben ancorata la pianta che raramente viene allettata dal vento.
Tipo corologico: Euri-Medit.-Nordorient. – Dalla Balcania alla Turchia.
Antesi: aprile÷giugno
Distribuzione in Italia: È considerata una specie relitta che ha culminato l’espansione più recente al termine dell’ultima glaciazione grazie alle sue caratteristiche pioniere, in seguito similmente al pino silvestre ha subito una forte contrazione a causa delle modificate condizioni climatiche che hanno favorito numerose altre specie in particolare le latifoglie. In Italia sono presenti Pinus nigra subsp. Laricio (Poir.) Maire e Pinus nigra J.F. Arnold subsp. nigra. Il primo è presente in Friuli Venezia Giulia, Toscana, Sardegna, Sicilia sull’Etna
e in Calabria in particolare sulla Sila ma anche in Aspromonte a quote comprese fra i 900-1000 e 1600-1800 fino a 2000 m sull’Etna. Il secondo si trova in quasi tutto il nord e centro, in Molise e Campania.
Habitat: Il pino nero è specie eliofila e frugale. Non ha particolari esigenze di tessitura del suolo adattandosi a suoli sabbiosi anche ghiaiosi alluvionali o limoso argilloso anche compatti sia di natura calcarea che silicica. Invece la reazione chimica del suolo caratterizza abbastanza bene le diverse sottospecie differenziando anche l’accrescimento la qualità del legname e le risposte alle esigenze stazionali. Il pino laricio si trova su suoli acidi, gratitici o sabbiosi, è esigente in umidità atmosferica ma sopporta le estati secche. Sull’Etna su terreni ovviamente vulcanici; alle quote in cui si trova, non si ha una vera prolungata siccità estiva (clima Colchico).
Etimologia: Si chiama così sia per la chioma scura rispetto agli altri pini sia per la corteccia con scaglie con bordo nero e sia per avere la parte ricoperta delle scaglie dello strobilo di colore nero.
Proprietà ed utilizzi: Specie officinale, fino a non molti anni fa anche questa specie era usata per la produzione di resina (trementina) per mezzo della “resinazione”, incisioni fatte sul tronco per la raccolta della resina nei mesi estivi. La grande quantità di resina prodotta dal tronco, e la robustezza del tronco stesso, ha fatto sì che nei secoli scorsi il legno del pino laricio fosse utilizzato nella fabbricazione di navi, e la resina come isolante e come combustibile per torce. Attualmente questo utilizzo è stato accantonato.